venerdì 11 gennaio 2013

PER QUELLI CHE...NON E' SOLO UNA CANZONE DI LAURA PAUSINI

Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie

(Soldati, Ungaretti)

La solitudine ha ragioni che possono spaziare dalla sana voglia di rifugio all'angoscia più nera, come un pendolo che oscilla, essa scandisce il ritmo della nostra esistenza. 

E’ una compagna presente che disdegna la compagnia.

Che sia proprio per questa anomalia congenita della solitudine che troviamo difficoltà a conviverci? Essa si nutre di presenze assenti che incalzano, ed è sempre presente anche senza un sentito invito.
Avviene, invece, che meno viene chiamata e più si ostina a sedere alle nostre tavole, dormire nei nostri letti, giocare con il nostro tempo.

E i filosofi, come la descrivono?

Kierkegaard per esempio parla dell’episodio di Abramo, della solitudine della scelta religiosa: lo stadio di vita religioso rappresentato da Abramo è la solitudine dell’uomo di fronte a Dio . La figura di Abramo è la figura che davvero esprime questa assoluta solitudine, faccia a faccia di fronte a Dio. Abramo viene messo alla prova da Dio per dimostrare la sua fede. Dio ordina lui qualcosa di ripugnante per la coscienza morale, ma anche per la coscienza religiosa: uccidere suo figlio.

La solitudine è una condizione esistenziale fondamentale e basilare. Soltanto in virtù della solitudine-esistenziale si arriva a credere veramente e capire le cose del mondo. 

L’uomo danzante è naturaliter solo.

Ma ci potrebbe e ci può essere un compagno di danza? Dove Kierkegaard l’andrà a cercare? «L’unica compagna di danza è la morte». Questa soltanto è un «abile ballerina».

Ma la solitudine è di questa terra e lo sa bene chi la cerca nel “qui ed ora”. Montaigne, ad esempio, sapeva che la solitudine ha un ampia valenza: ritiratevi in voi, ma prima preparatevi a ricevervi, sarebbe una pazzia affidarvi a voi stessi, se non vi sapete governare. C’è modo di fallire nella solitudine come nella compagnia.

Non esiste creatività artistica senza concentrazione e isolamento. 

Lo scrittore, il pittore, il pensatore, il compositore necessitano nel loro lavoro di grande raccoglimento. La solitudine è qualcosa di diverso dall’isolamento.
Secondo il filosofo Hans Georg Gadamer l’isolamento è l’esperienza di una perdita, mentre la solitudine è l’esperienza di una rinuncia.
Pertanto l’isolamento si subisce, nella solitudine si cerca qualche cosa. Ma forse tutte le attività umano che richiedono impegno necessitano di attimi di solitudine e riflessione. 

Riflettiamoci in solitudine.