venerdì 8 febbraio 2013

PRATICHE FILOSOFICHE - RIVISTA SICOF N. 7/2011


Progetto di formazione e pratiche filosofiche realizzato con i dipendenti comunali.

Quella del “filosofo” in azienda, o come nel caso specifico in Comune, è una proposta che ha ormai una storia di qualche decennio e le prove che si vanno facendo in vari parti del mondo sono più che promettenti. Si tratta di una proposta che la filosofia ha rivolto, innanzitutto, a se stessa come impegno di riflessione sulla propria identità e sul proprio ruolo. Facendo leva sulla sua originaria vocazione ad essere essenzialmente stile di vita e pratica sociale di dialogo, la filosofia si presenta in azienda con gli strumenti affinati della riflessione distaccata, ma attenta, dell‘interpretazione significativa dell‘esperienza, della costruzione di senso e propone esperienze di pensiero distribuito, mediate dall‘acquisizione di un vocabolario comune e da uno stile di etica del dialogo. 

Seguendo questa prospettiva di riflessione, nella Primavera del 2010 ho realizzato un progetto di formazione e pratiche filosofiche con i dipendenti comunali di Romano d‘Ezzelino (Vi), esperienza che vado di seguito a presentare. “Potere di sé in azienda” è un progetto articolato che ho personalmente ideato, condotto e curato, strutturandolo per moduli separati e disgiunti, ma con il comune obiettivo di potenziare le competenze professionali, riflessive e relazionali dei dipendenti: comunicazione (incontri di formazione con lezione frontale sui temi : della gestione dei conflitti, dell‘arte del delegare, della leadership riflessiva etc.), philosophy for community (pratica di gruppo con sessioni filosofiche sul modello della philosophy for children di M. Lipman), counseling filosofico (colloquio individuale di counseling). Il progetto si era posto l‘obiettivo di fondo di attivare una relazione di continuità tra l‘ambiente di lavoro e quello della vita sostenendo in questa direzione, un impegno di analisi sui nodi dell‘identità e della relazione, favorendo forme di interazione comunicativa che vanno al di là degli stretti bisogni funzionali e operativi.

Il counseling, in particolare, può essere considerato come un'attività professionale che si avvale di mezzi della comunicazione come l‘assertività, l‘ascolto attivo, il linguaggio non verbale per accrescere la consapevolezza di sé e della propria vita e in cui la persona è considerata come parte attiva e al centro del proprio percorso. Il counseling opera nell‘ambito della prevenzione ed è quindi volto a promuovere il benessere del singolo e della comunità - in tal senso considera i momenti complessi dell'esistenza come opportunità di comprensione e trasformazione. Tale professione ha l‘obiettivo di agevolare i soggetti nello scoprire e utilizzare al meglio le risorse personali, per gestire attivamente le condizioni di vita e dirigere il potenziale verso quegli interessi personalmente rilevanti, andando in tal modo a migliorare la qualità della vita in ogni ambito dell'esistenza: nella vita affettiva, nelle relazioni, nel lavoro, in famiglia, in società. L'obiettivo con i dipendenti comunali è consistito, dunque, nel favorire lo sviluppo delle potenzialità individuali, in modo che la figura stessa del counselor diventasse in breve tempo superflua. Caratteristica del counseling è, infatti, la brevità del percorso e la focalizzazione su un obiettivo concreto. Il counselor è la figura professionale che, avendo seguito un corso di studi almeno triennale, ed in possesso pertanto di un diploma, è in grado di favorire il superamento del disagio e promuovere il benessere personale. Il counselor offre accoglienza, ascolto, comprensione ed orientamento utilizzando tecniche di agevolazione, esplorazione, scoperta e mobilitazione delle energie in un clima di rispetto ed accettazione del portato del singolo. Per questo il counselor ha garantito uno spazio protetto e riservato dove i dipendenti hanno potuto vivere un‘esperienza vivace, umana e arricchente.